Ambientata tra New York e Parigi “The Words”, opera prima del duo Klugman/Sternthal, è costruita come una sorta di matrioska russa
Regia: Brian Klugman, Lee Strenthal – Cast: Bradley Cooper, Zoe Saldana, Dennis Quaid, Jeremy Irons, Olivia Wilde – Genere: Drammatico, colore, 97 minuti – Produzione: USA, 2012 – Distribuzione: Eagle Pictures – Data di uscita: 21 settembre 2012.
Un brillante scrittore, Clay/Dennis Quaid, presenta in assoluta anteprima due capitoli del suo nuovo libro e tra il pubblico c’è una giovane laureanda in lettere che lo aggancia. Nell’opera viene raccontato del grande dilemma morale di un altro scrittore molto meno dotato, il giovane Rory/Bradley Cooper che ruba la storia ad uno sconosciuto, di cui ignora persino l’identità. Ma i nodi vengono sempre al pettine e finzione e realtà finiscono per mischiarsi, portando infelicità a tutti.
Al centro di “The Words”, più che una banale storia d’amore, c’è la tesi del prezzo che tutti noi dobbiamo pagare per le nostre scelte. Come diceva Oscar Wilde “Che cosa guadagna un uomo se conquista il mondo e perde la sua anima?”. Ebbene la risposta nel film viene dal personaggio più interessante, chiamato “Il vecchio”, che ha le fattezze e il carisma di Jeremy Irons. Lui non è solo l’autore ignoto dell’opera di cui si è appropriato Rory, ma è anche colui che metterà tutti davanti a se stessi.
Si fa fatica a raccontare questo film, di cui la complessità è al tempo stesso elemento di forza e di debolezza. Bisogna dire, tuttavia che i due registi riescono a tirare lo spettatore quasi dentro la pellicola, in una dimensione in cui lo spazio e il tempo si confondono, forse a causa dei troppi flashback.
I visi delle tre donne, compagne dei tre protagonisti si sovrappongono in inquadrature e in location simili ma mai uguali. Brilla tra le interpretazioni maschili quella di Jeremy Irons, un uomo che nella vita ha perso il suo grande amore per aver amato troppo le sue stesse parole. Tra le signore, è notevole la giovane Olivia Wilde/Danielle che leva la maschera al brillante Clay/Quaid, già vista in “Dr House”.
A dispetto dell’apparenza, le riprese hanno avuto luogo nel Quebec a Montreal, perfetta per simulare sia Parigi che New York. In sintesi, “The Word” è un film con buoni spunti letterari non perfettamente sviluppati, che però potrebbe avere il merito di avvicinare il pubblico a qualche buona lettura.
Ivana Faranda