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Thunderbolts: il nuovo capitolo del Marvel Cinematic Universe tra anti-eroi e introspezione

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Il Marvel Cinematic Universe sta attraversando un periodo di ricerca di rinnovamento, con la necessità di introdurre personaggi freschi e storie che possano ravvivare la macro-trama in avvicinamento al tanto atteso “giorno del giudizio“. In questo contesto, il film Thunderbolts, diretto da Jake Schreier, si propone come un’opera che, pur non rivoluzionando il genere, offre una boccata d’aria fresca ai cinecomic tradizionali. Con una narrazione corale, il film riesce a mantenere una dimensione intima, presentando una storia di anti-eroi che riscoprono il loro eroismo in un contesto più misurato.

Un cast di anti-eroi in cerca di riscatto

Thunderbolts riunisce un gruppo di personaggi noti del MCU, creando una sorta di “non-squadra” di reietti che operano sotto la guida di Valentina Allegra De Fontaine, ex dirigente della CIA. Questo team, composto da Yelena Belova, Red Guardian, Ghost, U.S. Agent e Bucky Barnes, non rappresenta la soluzione ai problemi del mondo, ma piuttosto il mezzo attraverso cui si cerca di costruire un nuovo protettore per l’umanità. La trama si sviluppa attraverso una serie di sottotrame che si intrecciano, richiamando eventi e personaggi da film precedenti come Black Widow, The Falcon and The Winter Soldier e Ant-Man and The Wasp.

La struttura narrativa di Thunderbolts ricorda il celebre crossover di Joss Whedon del 2012, con un primo atto dedicato a singole storyline che si uniscono in un segmento centrale. Qui, i dissapori e le incompatibilità tra i personaggi diventano il fulcro della narrazione, culminando in un evento che porta a un incontro emotivo tra i protagonisti. Questo approccio consente di esplorare le dinamiche interpersonali e i conflitti interni, rendendo la storia più avvincente e profonda.

Tematiche di introspezione e crescita personale

Uno degli aspetti più interessanti di Thunderbolts è la sua capacità di affrontare i traumi e le vulnerabilità dei personaggi. Ognuno di loro porta con sé un bagaglio di rimpianti, perdite e errori, rendendo la narrazione non solo un’avventura di supereroi, ma anche un viaggio di crescita personale. Tuttavia, non tutti i personaggi ricevono lo stesso livello di approfondimento. Ad esempio, Ava Starr, interpretata da Hannah John-Kamen, risulta meno sviluppata rispetto al suo ruolo di antagonista, mentre John Walker, interpretato da Wyatt Russell, continua a esplorare i temi del suo passato come “falso” Cap America, ma con una minore carica emotiva.

Bucky Barnes, interpretato da Sebastian Stan, emerge come una figura centrale, ma non riesce a imporsi come leader del gruppo. La vera sorpresa del film è Yelena Belova, interpretata da Florence Pugh, che riesce a portare sullo schermo tematiche complesse come la depressione e l’elaborazione del lutto. La sua interazione con Red Guardian, interpretato da David Harbour, aggiunge una dimensione comica e profonda, rendendo il film un mix di emozioni e momenti leggeri.

Un cinecomic atipico e promettente

Thunderbolts si distingue per il suo approccio anticlimatico, iniziando con sequenze d’azione per poi rallentare il ritmo e concentrarsi su confronti emotivi. Questa scelta narrativa, sebbene possa apparire goffa in alcuni momenti, offre un’interpretazione originale del genere. Le sequenze d’azione, pur essendo più convincenti quando si tratta di combattimenti fisici e realistici, risultano meno impattanti nelle fasi supereroistiche, con il personaggio di Sentry che appare solo parzialmente sviluppato.

Nonostante alcune criticità, Thunderbolts riesce a intrattenere e a stimolare riflessioni più profonde. La vera minaccia del film non è rappresentata da un nemico esterno, ma dai demoni interiori dei protagonisti e dalla loro lotta contro la solitudine. Questo aspetto rende il film un ponte verso futuri sviluppi nel MCU, con un finale e una scena post-credit che promettono sorprese e un senso di continuità nella saga.

In sintesi, Thunderbolts si presenta come un’opera che, pur con i suoi difetti, riesce a catturare l’attenzione del pubblico, offrendo un mix di intrattenimento e introspezione che potrebbe segnare un nuovo corso per il Marvel Cinematic Universe.

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Luigi Gigli

Luigi Gigli

Sono Luigi Gigli, critico d'arte, scenografo e amante del mondo dello spettacolo. Mi appassiona tutto ciò che ruota intorno a gossip, serie TV, film e programmi televisivi. Con il mio background in video editing e scenografia, analizzo e racconto con uno sguardo unico le tendenze e i dietro le quinte di questo affascinante universo.

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