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Ti sposo ma non troppo – Recensione

Gabriele Pignotta, noto autore teatrale, debutta dietro la macchina da presa con “Ti sposo ma non troppo”, commedia che offre uno sguardo ironico sul matrimonio e sull’amore

Regia: Gabriele Pignotta – Cast: Gabriele Pignotta, Vanessa Incontrada, Chiara Francini, Fabio Avaro, Paola Tiziana Cruciani, Francesco Foti – Genere: Commedia, colore – Produzione: Italia 2014 Distribuzione: Teodora Film – Data d’uscita: 17 aprile 2014.

sposoE’ innegabile che ciò che ognuno di noi spera di trovare nel corso della vita, ancora più del successo, dei soldi o del lavoro dei sogni è l’amore, quello perfetto con la ‘A’ maiuscola in grado di farti sentire ogni giorno emozioni devastanti come quelle provate da Tardelli dopo aver segnato il secondo gol alla Germania quel fatidico 11 luglio 1982. La sua forza dirompente e la sua importanza all’interno delle nostre vite fanno dell’amore il sentimento più analizzato e sezionato dalla cinematografia moderna, in primis da quella con passaporto americano e britannico che ha saputo arrivare al cuore di generazioni di spettatori con pellicole come “Come eravamo”, “A piedi nudi nel parco” fino a “Notting Hill” o “Love Actually”.

Se fino a poco tempo fa la commedia romantica sembrava essere un retaggio della tradizione cinematografica americana ora, scorrendo le classifiche degli incassi al boxoffice del nostro paese ci si accorge che pellicole come “Stai lontana da me” o “Ti ricordi di me?” abbiano ottenuto incassi straordinari conquistando il favore di milioni di spettatori perché è risaputo che nei periodi più bui tutti hanno bisogno sognare e niente sa trasportare in un’atmosfera sognante come un film in cui si parla di amore.

Avendo tastato con astuzia il polso del pubblico, grazie ai lunghi anni di esperienza prima nei teatri off e poi in grandi teatri come il Teatro Manzoni o il Sistina, Gabriele Pignotta sceglie di esordire nelle vesti di regista teatrale proprio firmando la trasposizione cinematografica dell’unica sua opera teatrale in cui è l’amore in tutte le sue sfumature ad essere protagonista ovvero “Ti sposo ma non troppo”. Ad essere protagonisti di questa pellicola sono Luca, fisioterapista che viene lasciato dalla fidanzata proprio la sera in cui le vorrebbe chiedere di sposarlo; Andrea che viene piantata sull’altare dal fidanzato proprio nel giorno più bello della sua vita; ed infine Andrea e Carlotta, una coppia che dopo tanti anni di convivenza decide di fare il grande passo.

Quando si è trattato di riscrivere la sua piéce teatrale “Ti sposo ma non troppo” trasformandola in una produzione che fosse adatta per il grande schermo il giovane regista romano ha compiuto la scelta di non recidere completamente il cordone ombelicale che lega inevitabilmente gli adattamenti cinematografici alla loro forma teatrale originale proponendo al pubblico una pellicola sorretta da una sceneggiatura fortemente focalizzata sui protagonisti, sulle loro nevrosi e sulle loro crisi interiori. Mescolando gli stilemi della tradizione cinematografica americana, in maniera molto evidente soprattutto nelle scene finali in cui Pignotta sembra aver chiaramente preso spunto da pellicole come “Quattro matrimoni ed un funerale” e “Hitch – Lui sì che capisce le donne”, a quelli della tradizione della commedia all’italiana fatta di equivoci e scambi di persona, Pignotta presenta al pubblico una pellicola divertente, dal ritmo sostenuto in cui l’amore viene analizzato in tutte le sue sfaccettature. Se da un lato Luca e Andrea diventano la personificazione dell’innamoramento, facendo rivivere al pubblico in sala le emozioni che si provano nelle fasi iniziali di un rapporto, dall’altro invece Andrea e Carlotta sono il veicolo attraverso cui descrivere un momento doloroso e difficile da affrontare come la fine di una storia che si credeva destinata a durare per sempre.

Grazie ad una sceneggiatura brillante seppur non priva di qualche ingenuità e ad una buona performance da parte di tutto il cast in primis dei protagonisti Vanessa Incontrada e Gabriele Pignotta e dalla coppia formata da Paola Tiziana Cruciani e Paolo Triestino, che interpretano i genitori dell’esuberante Carlotta (Chiara Francini), il giovane regista e sceneggiatore romano debutta al cinema con una prima prova piacevole e godibile in cui sicuramente il pubblico potrà riconoscere un pezzettino del proprio vissuto e che ha come maggior pregio quello di non prendersi troppo sul serio ma di essere stata ideata con l’unico fine di strappare un sorriso al pubblico facendolo evadere almeno per un po’ dai problemi quotidiani.

Mirta Barisi

Ti sposo ma non troppo – Recensione

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