Nell’attuale panorama cinematografico, dove le sfide si moltiplicano e il pubblico sembra distante dalle sale, il regista Todd Phillips avanza una proposta audace. A fronte del flop commerciale di “Joker: Folie à Deux”, realizzato con un investimento di circa 200 milioni di dollari, Phillips si fa portavoce di un cambiamento radicale: abbandonare gli spot pubblicitari prima dei film. Questa proposta non è solo una critica alla tradizione cinematografica, ma una riflessione sulla fruizione dell’esperienza cinematografica da parte del pubblico.
Un flop al botteghino tra pareri contrastanti
“Joker: Folie à Deux” ha registrato esiti deludenti al botteghino e non ha saputo conquistare il pubblico come sperato. Nonostante l’attesa, il film non è riuscito a raggiungere il successo previsto dalla Warner Bros. e ha incassato meno rispetto all’investimento per la sua realizzazione. Molti critici hanno espresso giudizi severi. Tra questi, il regista Paul Schrader ha commentato l’esperienza di visione, rivelando di aver speso il tempo a girare per il cinema piuttosto che seguire il film, definendolo “un pessimo musical”.
Tuttavia, non tutto è da buttare. I complimenti arrivano anche da personalità di spicco come Quentin Tarantino. Il regista ha parlato positivamente del film, descrivendolo come un “vaffanculo” diretto a Hollywood e ai fan dei fumetti. Questa polarizzazione di opinioni mette in luce quanto sia difficile il rapporto tra il cinema e il pubblico negli anni recenti.
L’idea di Todd Phillips sulla pubblicità nelle sale
Nel corso di un’intervista con la rivista Empire, Todd Phillips ha condiviso la sua visione su un aspetto critico dell’esperienza cinematografica: gli spot pubblicitari. Secondo il regista, gli spettatori pagano il biglietto con entusiasmo e dovrebbero immergersi immediatamente nell’atmosfera filmica. “Vorrei che smettessero di mostrare le pubblicità prima dei film – abbiamo pagato il biglietto. Gli spot rovinano l’atmosfera in sala”, ha affermato, evidenziando come queste interruzioni possano distrarre e ridurre l’impatto emotivo del film.
Phillips sembra suggerire che, per migliorare l’esperienza del pubblico, le sale cinematografiche dovrebbero concentrarsi sull’immersione totale nel racconto, lasciando dietro di sé la cacofonia degli spot commerciali. Questa proposta è destinata a sollevare interrogativi sulla sostenibilità economica delle sale, che spesso dipendono da queste sponsorizzazioni per il loro mantenimento.
Riflessioni del panorama cinematografico attuale
Il dibattito sul futuro del cinema non si ferma alla sola questione degli spot pubblicitari. Con l’emergere delle piattaforme di streaming, molti registi stanno rivalutando le dinamiche della distribuzione e della fruizione dei film. Durante la medesima conversazione con Empire, Sean Baker, regista noto per il suo lavoro su “Anora”, ha espresso preoccupazione per il trasferimento dei registi dall’ambiente cinematografico tradizionale a quello delle produzioni televisive e digitali.
Dall’altra parte, l’apprezzamento di Paul Feig per gli streamer che “hanno fatto un passo avanti” nel panorama in continua evoluzione mette in evidenza come l’industria stia affrontando una trasformazione significativa. Questi dibattiti richiamano l’attenzione sulla ricca varietà di esperienze disponibili per gli spettatori, sollevando questioni cruciali su cosa significhi essere un cinefilo in un’epoca in cui le modalità di consumo sono in costante cambiamento.
Le riflessioni di registi di spicco come Todd Phillips e Quentin Tarantino ci invitano a considerare le dinamiche del cinema moderno, non solo come un campo d’intrattenimento, ma come un’arte che richiede attenzione e rispetto per il pubblico che la sostiene.