Si apre il 22 novembre il Torino Film Festival 2019, ultima kermesse italiana, che segue a ruota il Festival di Venezia e la Festa Internazionale del Cinema di Roma.
Una grande kermesse con ospiti prestigiosi e titoli importanti provenienti da ogni parte del mondo dal 22 al 30 novembre
Sono ben 197 i film in programma al Torino Film Festival divisi in varie sezioni, da Torino 37 a Festa Mobile, passando per After Hours e TFF doc. Il fil rouge di quest’anno è il film di genere horror, che in Italia è rappresentato da Dario Argento e Mario Bava. Non a caso, infatti, sarà insignita del Gran Premio Torino l’attrice Barbara Steele, che ha lavorato nella sua lunga carriera con i migliori registi horror italiani. L’interprete di “La maschera del demonio” è stata diretta anche da Federico Fellini e Mario Monicelli, e negli Usa da Joe Dante e David Cronenberg.
Il film d’apertura del 22 novembre è “Jojo Rabbit” di Taika Waititi, tratto dal romanzo “Caging Skies” di Christine Leunens, una pellicola surreale sul nazismo ambientata a Vienna. Ne è protagonista un ragazzino che ha scelto Hitler come amico immaginario. Il dittatore è interpretato dallo stesso regista, affiancato dal giovanissimo Roman Griffin Davis, Scarlett Johansson e Sam Rockwell. Si finisce, invece, il 30 novembre con “Knives Out” di Rian Johnson, ambientato in una ricca famiglia di un famosissimo scrittore di gialli. Il detective, interpretato da Daniel Craig, dovrà trovare il colpevole. Entrambi i film fanno parte della sezione Festa Mobile, che propone tra le altre cose anche il documentario di Gianni Troilo “Frida – Viva la Vida” con voce narrante di Asia Argento. Nella stessa sezione è omaggiata la figura della regista macedone emergente Teona Strugar Mitevsk che, ha presentato all’ultima Berlinale con successo “God Exists, Her Name is Petrunija”, storia di una ragazza coraggiosa che sfida la società chiusa del suo paese. A Torino saranno presentati tutti i suoi cinque lungometraggi.
Nuovi talenti per Torino 37
Per la selezione principale Torino 37 la scelta dei titoli è ricchissima, di grande qualità e da sempre mira alla scoperta di nuovi talenti della settima arte. Parla di musica elettronica “Le Choc du Futur”, opera prima di Marc Collin, giovane musicista francese cofondatore del gruppo Nouvelle Vague. Vengono raccontati gli esordi dell’elettronica attraverso la storia di una giovane dj alla fine degli anni ’70.
Tra i titoli italiani non si può non citare “Il grande passo” diretto da Antonio Padovan con uno straordinario Giuseppe Battiston nei panni di un visionario che vuole costruire un missile per andare sulla luna nel suo fienile. I due avevano già lavorato insieme nell’opera prima del regista. E’ una coproduzione Italia/Usa “Now is Everything” di Riccardo Spinotti e Valentina De Amicis, un film d’esordio diretto a quattro mani che s’ispira alle atmosfere oniriche e sperimentali di Lynch e Malick.
Citiamo per concludere in bellezza due film dell’inossidabile Abel Ferrara. In “The Projectionist” il cineasta torna nella sua New York con un omaggio al cinema degli anni ’70; un viaggio nel tempo guidato da Nicolas Nicolaou, un personaggio che ha attraversato tutta la settima arte; mentre, con “Tommaso” mette letteralmente a nudo la sua anima, mostrandone tutte le sue cicatrici, attraverso il suo alter ego di sempre Willem Dafoe.
Stefano Mazzola
15/11/2019