Un tragico evento ha scosso il panorama dell’informazione in Italia, dopo che una troupe del Tg3 è stata vittima di un’aggressione in Libano, con una conseguenza fatale per il loro autista, Ahmad. Durante le riprese a Jiyeh, vicino a Sidone, il professionista avrebbe subito un malore, provocando un’onda di emozione tra i colleghi. Illustri giornalisti come Lucia Goracci hanno condiviso la loro dolorosa esperienza, contribuendo a mettere in luce la pericolosità del loro lavoro in zone di conflitto.
L’episodio raccontato da Lucia Goracci
Lucia Goracci ha descritto l’aggressione ai microfoni del Tg3, fornendo un resoconto drammatico e dettagliato. “Ci trovavamo a Jiyeh, un’area colpita da bombardamenti due notti prima,” ha esordito l’inviata, visibilmente scossa durante il collegamento telefonico. Mentre la troupe stava girando un servizio, un uomo ha tentato di sottrarre la telecamera al cameraman Marco Nicois. La situazione è rapidamente degenerata quando, dopo aver cercato di fuggire, si sono ritrovati circondati da un gruppo di persone ostili.
Goracci ha descritto la scena in modo vivido: “L’uomo che ci stava inseguendo ci ha raggiunto a un distributore di benzina, dove è iniziata una colluttazione. Ha strappato le chiavi dell’auto da Ahmad e, mentre tentava di danneggiare l’attrezzatura, Ahmad, noto per la sua pacatezza, è sceso per cercare di risolvere la situazione.” Tragicamente, dopo un breve colloquio, Ahmad si è accasciato a terra, subendo un arresto cardiaco; a nulla sono valsi i successivi tentativi di rianimarlo.
Il racconto di Goracci dà una visione chiara dell’intensità emotiva del momento e della vulnerabilità degli operatori dei media che, in situazioni di guerra, vivono il rischio quotidiano di aggressioni che possono portare a conseguenze devastanti.
Le conseguenze del conflitto in Libano
L’incidente a Jiyeh è arrivato in un periodo già critico per il Libano, colpito da ondate di violenza e instabilità. Solo pochi giorni prima, il 5 ottobre, i bombardamenti israeli hanno causato vittime in diverse località, tra cui Jiyeh e Ghazieh, provocando tre morti e oltre 27 feriti. Questi eventi hanno reso l’area un luogo di particolare tensione, complicando notevolmente il lavoro dei giornalisti.
Il contesto politico e militare in Libano rimane complesso, con Hezbollah presente in molte aree e attivamente coinvolto nel conflitto israeliano-palestinese. La sicurezza ha iniziato a deteriorarsi man mano che le agenzie di notizie tentano di coprire una situazione in continua evoluzione, caratterizzata da scontri e violenza. Il lavoro degli inviati è essenziale per informare il pubblico, ma comporta rischi elevati che, come dimostrato dalla tragedia accaduta, possono incidere pesantemente sulle vite delle persone coinvolte.
La gaffe di Massimo Giletti
Il giorno prima dell’aggressione, Lucia Goracci era stata protagonista di un intervento in diretta nello show di Massimo Giletti, “Lo stato delle cose”. Durante quel collegamento, Giletti aveva erroneamente confuso il nome di Goracci, chiamandola Gregoraci. Questo episodio ha attirato l’attenzione sui social network, con commenti e discussioni che si sono susseguiti in seguito ai tragici eventi avvenuti il giorno successivo.
Questa gaffe ha generato una polemica sul rispetto e l’attenzione che si deve riservare ai professionisti dell’informazione, specialmente in zone di guerra. L’episodio evidenzia la necessità di una maggiore consapevolezza riguardo al lavoro quotidiano di coloro che corrono significativi pericoli per portare notizie affidabili.
Chi è Lucia Goracci
Lucia Goracci è una giornalista e inviata di grande esperienza, riconosciuta per la sua carriera ricca di eventi significativi. Nata a Orbetello nel 1969, ha accumulato un bagaglio di esperienze consolidato attraverso lavori in Medio Oriente, Sud America e Africa. Laureata alla LUISS, ha iniziato la sua carriera in Rai, dove ha già lavorato per il Tg2 prima di diventare un punto di riferimento al Tg3.
Goracci ha coperto eventi da tutto il mondo, dagli scenari politici alle crisi umanitarie, come il terremoto ad Haiti e la guerra civile in Libia. Nel 2021, ha fatto notizia per essere stata sequestrata in Romania, un episodio che ha messo in luce le difficoltà e i rischi che i giornalisti affrontano nel loro lavoro. Più recentemente, è diventata corrispondente estera per la Rai negli Stati Uniti, continuando a raccontare storie che spaziano dalla politica internazionale ai conflitti regionali. La sua carriera è segnata da un impegno costante nell’informazione e nella ricerca della verità, anche in contesti estremamente rischiosi.