Trama
- Titolo originale: Truth
- Regia: James Vanderbilt
- Cast: Cate Blanchett, Robert Redford, Dennis Quaid, Topher Grace, Elisabeth Moss, John Benjamin Hickey, Bruce Greenwood, David Lyons, Rachael Blake, Lee Anne Ford, Hiroshi Kasuga, Martin Sacks, Andrew McFarlane, Steve Bastoni, Nicholas Hope, Natalie Saleeba, Aaron Glenane
- Genere: Biografico, colore
- Durata: 121 minuti
- Produzione: USA, Australia 2015
- Distribuzione: Lucky Red
- Data di uscita: 17 marzo 2016
“Truth – Il prezzo della verità” segue la storia di Dan Rather, frontman del celebre notiziario CBS 60 Minutes e della moglie, Mary Mapes, nonchè sua produttrice e giornalista, protagonisti dello scandalo che travolse George W. Bush, nel 2004, proprio a due mesi dalle elezioni presidenziali americane.
I due portarono avanti un’indagine che accusava Bush di favoritismi, ovvero di aver ricevuto un trattamento speciale nell’aver servito nella Guardia Nazionale anziché in Vietnam durante gli anni della guerra.
L’accusa si basava su documenti che si pensò fossero stati falsificati, provocando inevitabilmente le immediate dimissione di Rather e sua moglie, interpretati da Robert Redford e Cate Blanchett.
Recensione
Truth – Il prezzo della verità: le conseguenze reali del giornalismo battagliero
La leva narrativa di “Truth – Il prezzo della verità” è biografica, incentrata sulla vicenda reale di Mary Mapes, giornalista televisiva licenziata dalla CBS nel 2004 in seguito a una campagna investigativa orientata a far luce sul passato militare di George W. Bush, allora in lizza per il prolungamento del mandato presidenziale: l’ipotesi è quella di un escamotage utilizzato dall’ex presidente, agli inizi degli anni settanta, per evitare l’arruolamento nella guerra del Vietnam, con il sostegno di una vasta rete di influenze e protezioni.
A coadiuvare Mary Mapes in questa indagine c’è un piccolo team agguerrito di specialisti e il noto conduttore televisivo Dan Rather, prontamente ricettivo nei confronti dell’audace operazione proposta dalla giornalista. La ritrattazione delle fonti e l’input di una macchina del fango azionata a difesa del potere costituito spingono la piccola squadra a dover far fronte a una caduta libera rispetto all’entusiastico successo iniziale; una caduta libera che conduce dritta all’interno di un’aula di tribunale, nelle strette maglie della burocrazia annichilente.
“Truth – Il prezzo della verità” è però qualcosa di più di un’apologia del giornalismo investigativo e delle sue rischiose conseguenze: l’aspetto umano influisce nella caratterizzazione profonda dei due personaggi cardine, Mary Mapes e Dan Rather. A dare corpo e voce ai protagonisti ci sono due attori di calibro elevato – Cate Blanchett e Robert Redford – che riescono certamente con la loro qualità interpretativa ad alzare l’asticella della rappresentazione. Nel ritratto familiare e nell’estensione della vicenda dal piano puramente cronachistico a quello più intimo delle relazioni interpersonali e degli sfoghi individuali risiede un elemento fondamentale nell’evoluzione narrativa.
Truth – Il prezzo della verità: anatomia del giornalismo investigativo contro i conflitti di interessi
Il contenuto politico su cui fa perno la cronaca, quello relativo alla vicenda di Bush, è posto in secondo piano, come aspetto puramente contingente. Ad emergere prepotentemente è un altro elemento in senso lato politico: quello del conflitto tra l’operazione giornalistica tesa verso la ricerca della verità e l’interesse conservatore dei grandi trust, sempre pronti ad abbattere ogni potenziale rischio alla propria sfera di interessi.
Fare domande, cercare la verità: questo nucleo tematico viene ampliato ed esposto in una visione stratificata e niente affatto consolatoria. Non si tratta di una storia di eroi, né di sconfitti: il punto fondamentale è la tendenza verso un’anatomia del giornalismo investigativo, nel suo modo di procedere e nella continua necessità di far fronte a imprevisti più o meno ponderabili; nell’unione di una tipologia professionale ben delineata nei suoi tratti etici con l’elemento umano in grado di nobilitarla, senza per questo dover risultare vincente – e si badi bene: la spinta propulsiva etica può anche dar adito a una semplice ipotesi, incerta e fallibile, senza che ciò porti ostacolo alla necessaria ricerca della verità.
L’esordio alla regia cinematografica di James Vanderbilt fa leva su un taglio registico deciso, veloce ed efficace nel delineare una rappresentazione nitida nella sua complessità, abile nel divincolarsi da accessi di denuncia morale per sollevare invece interrogativi profondi. La validità dell’operazione defluisce solo a tratti in manifestazioni estetiche che danno un senso di autocompiacimento, forse anche legato a una certa ansia da prestazione: ci si riferisce in particolare ad alcune plongée piuttosto gratuite e ad estenuazioni un po’ retoriche di stati d’animo mediante ralenti e lievi piani sequenza. Ciò non influisce tuttavia in modo significativo sul senso complessivo della rappresentazione.
Marco Donati
Trailer
https://www.youtube.com/watch?v=iT8FyB3RZHM
Cast
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