Con “Tutti a bordo” Luca Miniero porta al cinema un film per tutta la famiglia, che incontrerà sicuramente i favori dei giovanissimi.
Tutti a bordo: un film divertente che rispetta i canoni dei film di genere
“Tutti a bordo”, remake del francese “Attention au Départ!”, diretto da Benjamin Euvrard, è un film per famiglie che porta sul grande schermo un genere tanto amato negli States, che ha in pellicole come “The Goonies” e “Mamma ho perso l’aereo” dei capisaldi. Qui non abbiamo a che fare con aerei ma con treni, e nella fattispecie sono gli adulti a perdere il mezzo di locomozione, non i piccoli, che si trovano così impegnati in un lungo viaggio sulla strada ferrata in balia di loro stessi.
Il nostro protagonista, Bruno, cui presta volto e simpatia Stefano Fresi, si offre di accompagnare suo figlio Juri (un bambino di dieci anni) ed alcuni suoi amici in un viaggio in treno, il gruppo da Torino deve raggiungere la Sicilia per un Summer Camp di studio. Per un susseguirsi d’imprevisti l’uomo si ritrova unico accompagnatore, convinto che con la sua fermezza riuscirà a gestire il vivace gruppetto, ignaro della presenza in stazione di suo padre Claudio (Giovanni Storti), invitato in segreto dal nipote. Sgomento per l’indesiderata presenza Bruno si distrae e perde il treno, lasciando, suo malgrado, i bambini da soli, o meglio alle prese con un capotreno fin troppo zelante, Mario, che non ama i ragazzini.
Un family movie on the road
“Tutti a bordo” è un film ‘on the road’ che si muove su due piani paralleli in cui vediamo un duplice viaggio. Da una parte quello frizzante dei bambini, euforici per l’insperata libertà conquistata, che le escogitano tutte per sfuggire ai controlli di Mario, un bravo Carlo Buccirosso, dall’altra quello disperato di Bruno, una vera corsa in giro per l’Italia, sperando, di stazione in stazione, di raggiungere i piccoli viaggiatori. Per Bruno e Claudio sarà una chance, tra scaramucce e vecchie ferite, per ricucire un rapporto logorato dal tempo e dalla superficialità di Claudio.
Il film sicuramente piacerà ai più piccoli, cui fondamentalmente è rivolto, e non dispiacerà neanche ai grandi, grazie alla simpatia degli attori protagonisti, tre numeri uno della recitazione nostrana. Fresi, Storti e Buccirosso riempiono lo schermo, e hanno la meglio sui giovani attori, che stavolta non riescono a rubare la scena alle star. Sarà un susseguirsi di gag e situazioni surreali, un’avventura colorata contornata da personaggi variegati.
Miniero vuole riportare le famiglie al cinema, quelle famiglie che vedono questo tipo di film in streaming, comodamente seduti sul divano, bloccati a casa da una crisi pandemica che, seppur in recessione, non ha riportato nelle sale gli spettatori d’un tempo.
L’entusiasmo del regista
“Tutti a bordo” è un film con una complessa lavorazione tecnica. Abbiamo sperimentato una tecnologia che ci ha consentito di girare in location all’interno di un vero treno simulando il viaggio. Un muro di video wall disposti intorno ai finestrini proiettavano le immagini del viaggio offrendo agli ospiti del treno, i nostri piccoli attori e il controllore, la sensazione del movimento. Non abbiamo utilizzato dunque lavorazioni in green successive proprio per favorire l’interpretazione dei bambini che hanno letteralmente viaggiato da fermi. Lavorare con i bambini è stato per me molto interessante anche perché abbiamo ceduto spesso all’improvvisazione e credo che la bravura degli attori adulti, Stefano Fresi, Carlo Buccirosso, Giovanni Storti, Giulia Michelini sia stata proprio nel misurarsi con questi piccoli attori mettendoli a loro agio sul set e fuori dal set. Una complessità dunque, quella di lavorare con i più giovani, ripagata dall’energia che mettono nel lavoro con quello sguardo ingenuo che contagia tutti. La narrazione degli sceneggiatori Abatantuono e Prando si è adeguata alle proposte dei giovani attori che, insieme ai bravissimi attori adulti, hanno fatto dell’improvvisazione una corda in più del testo. Il film si avvale poi della presenza di camei significativi incontrati in questo viaggio: Ceccherini, Besentini (Ale di Ale e Franz) e altri. Insomma un viaggio da Torino a Palermo per vedere un’Italia post covid che finalmente riprende a ridere.
Tutti a bordo: perplessità
Rimane comunque un mistero, al di là della buona riuscita del film, perché si stia radicando sempre di più l’abitudine di riproporre storie di seconda mano, tali sono i rifacimenti di film usciti nelle sale solo pochi mesi fa. Possibile che non ci siano idee originali da proporre? E sinceramente siamo stanchi di sentir ripetere che si ripropongono queste pellicole, in salsa italica, perché quelle originali non si adeguano bene al nostro sentire. Il cinema non ha confini, l’umorismo francese è talmente inebriante che non ha bisogno di essere ‘tradotto’.
Maria Grazia Bosu
29/09/2022