Recensione
Tutti lo sanno – Recensione: un intreccio famigliare complesso, ambientato nella provincia spagnola, tra coltivazioni delle vigne e vita di paese
Il regista iraniano Asghar Farhadi ha pensato, come suoi illustri colleghi, di poter sfruttare la coppia Cruz/Bardem per una storia tutta ambientata in una realtà rurale della Spagna. La genesi della sceneggiatura, come lui stesso ha ammesso, è stata lunga ed elaborata, ma si fa fatica a capirne il motivo. Sempre lui ha affermato di essersi consultato con i due famosi protagonisti per la creazione dei loro personaggi, forse perché voleva che avessero dei modi di fare e di parlare tipici della loro cultura.
Penélope Cruz interpreta Laura, una donna che dall’Argentina torna nel suo paese di origine per il matrimonio della sorella, porta con se i suoi due figli, ma lascia il marito a Buenos Aires. Viene accolta calorosamente dalla sua numerosa famiglia in un clima fervido di preparativi, fino al giorno delle nozze e successivi festeggiamenti nel bel cortile interno alla loro grande abitazione. Incontra Paco (Javier Bardem), col quale ha avuto in passato una relazione passionale e al quale vendette le terre che lui ha trasformato in fiorenti vigne.
Durante i festeggiamenti viene rapita la figlia maggiore di Laura, che ha appena quindici anni, da questo momento in poi tutte le vicende ruoteranno intorno al rapporto con i rapitori e alle modalità per mettere insieme la somma del riscatto, ma anche intorno al complesso intreccio dei rapporti tra i componenti della famiglia di Laura, Paco e la sua compagna Bea (Barbara Lennie) e il marito di Laura, Alejandro (Ricardo Darìn), giunto dall’Argentina a seguito dell’infausto evento.
Tutti lo sanno: performance recitative di qualità, ma colpi di scena scontati e sceneggiatura prevedibile
I coniugi Bardem lavorano oramai con una capacità di mestiere notevole, condividere il set sembra addirittura esaltare le loro prestazioni attoriali. Peccato che i personaggi che interpretano siano un poco un cliché di un uomo e una donna spagnoli, e di conseguenza lo sono anche i loro dialoghi. Altrettanto sprecato ci sembra il talentuoso Ricardo Darìn nel suo personaggio dalle affermazioni scontate. Misteriosamente si distacca da questa mediocrità il personaggio di Bea, ben più approfondito nei modi di fare e nei discorsi che porta avanti, e anche l’interpretazione magistrale di Barbara Lennie quasi oscura quella della celebre coppia spagnola e dell’attore argentino.
Le ambientazioni sono del tutto prevedibili, così come la storia, con degli sviluppi non dissimili da una soap opera latino americana. I colpi di scena sono incentrati su rivelazioni di paternità, di passate dipendenze dall’alcol e su lotte di classe tra latifondisti impoveriti e loro ex lavoratori che hanno saputo arricchirsi comprando e gestendo le loro terre con schemi più moderni.
Una regia poco coraggiosa non riesce ad esaltare né l’ambientazione voluta, né l’oggetto centrale del film, ossia i dialoghi
Nella scena della festa di matrimonio, riprese in steadicam tra la massa degli invitati, si alternano a quelle aeree fatte con un drone fornito dal wedding planner. Si tratta delle uniche scelte registiche vincenti. A parte questo la realtà provinciale spagnola tanto desiderata da Farhadi non viene per niente esaltata, poco valorizzata la campagna fatta di vigne, paesaggi boschivi e zone aride, poco valorizzato il paese in cui vive la famiglia di Laura, ripreso quasi sempre in un’unica via e in un’unica piazza nella quale misteriosamente compaiono a tutte le ore operai che spazzano o lavano strade e monumenti. Nei dialoghi tra i vari personaggi, la camera fa fatica a seguirli nei loro primi piani, a valorizzare ciò che dicono ma, ancora una volta misteriosamente viene risparmiata Bea, sempre ben seguita e ben inquadrata nelle sue notevoli performance.
Asghar Farhadi, che in precedenza ha diretto film che hanno avuto numerosi riconoscimenti, sembra caduto nella trappola dei coniugi Bardem che prima di lui ha spinto molti registi a volerli dirigere. La trappola consiste proprio nel volerli contestualizzare nella loro realtà di origine. Zeffirelli ai coniugi Burton (Liz e Richard) faceva interpretare Shakespeare, aspettiamo speranzosi qualcuno che veda in Penelope e Javier, Lady Macbeth e il Re di Scozia.
Marco Marchetti
Trama
- Titolo originale: Everybody Knows
- Regia: Asghar Farhadi
- Cast: Javier Bardem, Penélope Cruz, Ricardo Darín, Saadet Aksoy, Bárbara Lennie, Carla Campra, Jaime Lorente, Inma Cuesta, Eduard Fernàndez, Elvira Minguez, Roger Casamajor, Ramon Barea, Sara Salamo, Jose Angel Egidio
- Genere Drammatico, colore
- Durata: 130 minuti
- Produzione: Spagna, Francia, 2018
- Distribuzione: Lucky Red
- Data di uscita: 8 Novembre 2018
Film d’apertura della 71° edizione del Festival di Cannes, “Tutti lo sanno” è un dramma diretto dal regista dissidente Asghar Farhadi. Laura è una donna che molti anni prima ha lasciato la sua Spagna per trasferirsi in Argentina. Ora ha una famiglia e due figli che ama follemente. In occasione del matrimonio della sorella, Laura ritorna nella sua città natale, nella provincia di Rioja. Tutto sembra perfetto, la donna è felice di partecipare a un matrimonio stupendo e di ritrovare un vecchio carissimo amico: Paco. Improvvisamente la tragedia: la figlia di Laura è stata rapita, in piazza non si parla d’altro.
Tutti lo sanno: una sconvolgente notizia
“Tutti lo sanno” è un film noir con degli spiragli di luce. Il rapporto tra Laura e Paco è un rapporto di amicizia e amore, i due sono stati anche fidanzati ma per poco tempo. Il fuoco dell’amore tra i due non si è ancora consumato, e nel ritrovarsi è riemersa la vecchia passione. La pellicola di Fahradi intende dimostrare come un evento drammatico e sconvolgente porti a rivelare a ognuno le proprie debolezze. Non siamo mai pronti agli imprevisti e quando accadono i segreti riemergono e ci disorientano.
Per riavere la propria figlia, Laura deve procurarsi un’ingente somma di denaro. Non siamo di certo a Madrid o in una grande città, ma al contrario in un piccolo paesino di campagna: tutti sanno dell’accaduto e tutti si permettono di sputare giudizi.
Prodotto da Memento Films Production, Morena Films e Lucky Red, in coproduzione con France 3 Cinéma, Untitled Films AIE e Rai Cinéma.
Trailer