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Un appuntamento per la sposa

Recensione

Un appuntamento per la sposa – Recensione: un’opera surreale firmata da una cineasta israeliana che racconta il suo tempo

Un appuntamento per la sposa - foto di scena

Michal è una ragazza single molto religiosa che si sta per sposare. Abbandonata dal promesso sposo a solo un mese dal matrimonio, decide che, grazie al suo Dio, troverà un marito e coronerà il suo sogno d’amore l’ottavo giorno di Hannukkah (il Capodanno ebraico).

La regista Rama Burshtein porta in scena una storia tutta centrata su un’unica protagonista incarnata in modo magnifico da Noa Koller.

Un appuntamento per la sposa, risultati deludenti per la seconda regia di Rama Burshtein

Dopo il riuscito “La sposa promessa”, Rama Burshtein ritorna sugli stessi temi con risultati piuttosto deludenti. “Through the Wall”, tradotto per la versione italiana con “Un appuntamento per la sposa”, è il titolo originale che sembra rendere in modo appropriato il senso del film: la presenza di un muro che altri non è che quello della fede cieca della giovane donna, che va a cercare una speranza sulla tomba di un illustre rabbino in Ucraina, luogo d’incontro con la popstar Yoss/Oz Zehavi. Quest’ultimo è uno dei possibili pretendenti di questa donna, non più così giovane che non si rassegna a diventare zitella. Del resto, ha l’abito e il ristorante prenotato, l’unica cosa che manca è il futuro marito che la protagonista è certa arriverà.

“Un appuntamento per la sposa” di Rama Burshtein, attrice premiata nel 2012 a Venezia con la Coppa Volpi, ha una doppia chiave di lettura. Da una parte c’è quella romantica del sogno dell’eterno amore di Michal, dall’altra il ritratto vivido della società israeliana, in bilico tra ortodossia e modernità. In realtà, però la narrazione si perde in mille rivoli, in dialoghi verbosi e in una atmosfera surreale quasi da soap opera. Tra mille canzoni pop e pretendenti uno più bello dell’altro, si arriva all’happy end che sembra un sogno ad occhi aperti.

In conclusione “Un appuntamento per la sposa” è una commedia dell’assurdo con promesse che non riesce a mantenere. La regia latita ed è tecnicamente pasticciata. L’unica cosa che rende bene è l’interpretazione di Noa Keller, un’incantevole e stralunata Michal che buca lo schermo con i suoi occhioni spauriti.

Ivana Faranda

Un appuntamento per la sposa

Trama

  • Titolo originale: Through the Wall
  • Regia: Rama Burshtein
  • Cast: Noa Koller, Oz Zehavi, Amos Tamam, Ronny Merhavi
  • Genere: Commedia, colore
  • Durata: 110 minuti
  • Produzione: Israele, 2016
  • Distribuzione: Cinema di Valerio de Paolis
  • Data di uscita: 8 giugno 2017

Un appuntamento per la sposa posterIl film della regista americana-israeliana Rama Burshtein – che ha esordito con “La sposa promessa” nel 2012 – “Un appuntamento per la sposa”, è la storia tragicomica della romantica Michal e della sua sventurata situazione.

A ventidue giorni dal matrimonio, la protagonista trentaduenne, una donna ebreo ortodossa, viene abbandonata dal fidanzato storico che le confessa di non essere più innamorato di lei. In preda alla disperazione e con un abito, una sala prenotata e duecento ospiti, la donna decide di non disdire le nozze e si mette subito alla ricerca di un ‘sostituto’ da cui farsi accompagnare all’altare.

La ricerca del nuovo marito, però, non sembra essere poi così facile e la mancata sposina, assolutamente contraria al ritorno ad una deludente vita da single, si ritrova a fare i conti con una serie di candidati piuttosto originali.

Un appuntamento per la sposa: la donna nella tradizione ebraica

Dopo il suo primo film rivelazione, in cui Rama Burshein portava sul grande schermo il rituale ultra ortodosso del ‘milieu’, unito ad un racconto dai toni romantici e delicati, in “Un appuntamento per la sposa”, la protagonista – interpretata magistralmente da Noa Koller – è ancora un personaggio femminile d’effetto, che stavolta sostituisce l’immaginario della giovane e timida sposina, con una personalità grintosa e spiritosamente lunatica.

Il lungometraggio non è una commedia tout court, ma un film impegnato che vuole far riflette sulla società ebraica ortodossa e, in modo particolare, sul ruolo che la donna gioca tradizionalmente nei rapporti sentimentali.

Michal è intensa, imprevedibile e piena di risorse; le sue vicende diventano una parabola di Fede profonda, quando lo sposo occulto di questo matrimonio, si scopre essere Dio, protettore a cui affidarsi nella speranza di una felicità possibile, solo attraverso un’autentica e totalizzante esperienze d’amore.

Trailer

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