Recensione
Un tram che si chiama Desiderio: un dramma bruciante da consegnare alla perennità
“Un tram che si chiama Desiderio” è un dramma bruciante da consegnare alla perennità; una di quelle pellicole rare, di fascino imperituro, che il tempo non è ancora stato in grado di affatto scalfire. Magistralmente adattato dall’opera omonima per il teatro di Tennessee Williams, il film diretto da Elia Kazan costituisce un’esplorazione raffinata e brutale della natura umana, eseguita attraverso un’entità fisica al contempo sublime e feroce che risponde al nome di Marlon Brando.
É un lavoro rigoglioso d’atmosfera, con un cast da lodi, immerso in un bianco e nero fortemente evocativo, e di un realismo tragico che ci ricorda, con trasporto veritiero e barbaro, di quanto possano essere sventurate le esperienze umane. Il film racconta una grande storia in un modo lucidamente atroce, al pari di un’ossessione visuale che ha la capacità devastante di insinuarsi come incudine nelle viscere degli occhi e dell’anima.
Brando e l’erotizzazione di un divo
In una maniera quasi perversa nonché irreversibile, ecco che ha qui inizio il processo di erotizzazione della “stella” Brando, che condurrà l’interprete a divenire uno dei massimi esponenti (se non anche il massimo) del divismo mondiale. Egli incarna, in un modo animalesco e meraviglioso, l’autentico “attore di metodo”, pronto ad un estremo gesto di connessione ancestrale con i caratteri più intimi del personaggio da rappresentare sulla scena.
“Un tram che si chiama Desiderio” è, dunque, non solo un film ma più propriamente una esperienza cinematografica totalizzante, che richiama ad un sostanziale “primitivismo” della visione al quale non siamo più abituati, ma che va necessariamente recuperato se si vuol pensare di considerare finalmente il cinema come momento vitale e non soltanto come molle intrattenimento.
Mirko Tommasi
Trama
- Titolo originale: A Streetcar Named Desire
- Regia: Elia Kazan
- Cast: Marlon Brando, Vivien Leigh, Karl Malden, Kim Hunter, Rudy Bond, Nick Dennis, Peg Hillias, Wright King, Richard Garrick, Ann Dere, Edna Thomas, Mickey Kuhn, Chester Jones
- Genere: drammatico, b/n
- Durata: 122 minuti
- Produzione: USA, 1951
“Un tram che si chiama Desiderio” è un film del 1951 diretto da Elia Kazan, con Marlon Brando e Vivien Leigh.
Un tram che si chiama Desiderio: la trama
Basato sull’opera teatrale di Tennessee Williams, il film racconta della professoressa Blanche DuBois (Vivien Leigh) che lascia la sua casa nel Mississippi per trasferirsi dalla sorella Stella (Kim Hunter) e dal rozzo marito di lei Stanley (Marlon Brando), causando non pochi problemi a una coppia già in equilibrio precario.