Recensione
Una classe per i ribelli: una commedia agrodolce su due genitori in crisi
Il cinema francese ha spesso raccontato il mondo della scuola e i bobos (bougeois Bohèmiens). Il regista Michel Leclerc unisce le due cose in “Una classe per i ribelli”, libera traduzione di “La lutte de classe”.
Protagonisti della vicenda sono Paul (Eduard Baer) e Sofia (Leila Bekhti), genitori del piccolo Corentin aka Coco (Tom Levy) alle prese con la scelta della scuola dopo un trasloco da Parigi a Bagnolet. Il tema è trattato, come conviene al cinema d’oltralpe con leggerezza ma non con superficialità.
Un film sulla Francia contemporanea
Il film di Leclerc parte con tutti i toni della commedia. Il padre Paul è il batterista del gruppo punk Amadeus 77 ed è molto radicale nella sua visione anarchica del mondo. Indossa il suo chiodo come una seconda pelle. Sofia è una giovane avvocatessa che è stata assunta in uno studio legale di prestigio. Tutto sembra andare bene nella prima parte del film.
In realtà, è il prologo dell’opera che parte lentamente appena vediamo le difficoltà di adattamento alla scuola pubblica Jean Jaurès di Coco.
La Settima Arte ha sempre trattato il tema scolastico dal punto di vista di ragazzi delle banlieue. In questo caso il piano è ribaltato, il disadattato in questione è “Il bianchetto fragile” figlio di bobo laici. Coco si sente emarginato per non avere alcuna religione e per essere l’unico bianco. Del resto, la soluzione al problema sarebbe trasferirlo alla scuola privata, cosa che crea molti problemi soprattutto al padre, fedele ai suoi principi di sempre. Da questo punto, parte una serie di interazioni con personaggi apparentemente secondari come il preside e la maestra interpretata da una meravigliosa Baya Kasmi.
“Una classe per i ribelli” è un film corale che riesce a raccontare lo stato delle cose della Francia dopo l’attentato a Charlie Hebdo, in salsa agrodolce con un notevole bilanciamento dei sapori.
Un film tratto dal vissuto del regista e della sceneggiatrice
La pellicola nasce dalla storia vera del regista e della sua compagna Baya Kasmi che con lui firma la sceneggiatura di un lavoro complesso che riesce a parlare di integrazione, bullismo, laicità e terrorismo in un mix perfetto.
Il cast è perfetto e sono fantastici Eduard Baer in versione molto insolita, l’intensa Leila Bekhti e il piccolo Tom Levy al suo debutto cinematografico. La sceneggiatura è brillante e che dire del finale scoppiettante e pieno di poesia con un tocco di rosa. Perché sì, “Una classe per i ribelli” è un film politico ma è pur sempre una commedia francese in cui il romanticismo non può mancare.
Lorenzo Buellis
Trama
- Titolo originale: La lutte des classes
- Regia: Michel Leclerc
- Cast: Leïla Bekhti, Edouard Baer, Ramzy Bedia, Tom Lévy, Baya Kasmi, Eye Haidara, Oussama Kheddam, Laurent Capelluto, Michèle Moretti, Jacques Boudet, Mona Berard, Pascal Tantot, Sarah Lepicard, Vincent Furic, Michel Leclerc, Djemel Barek
- Genere: Commedia, colore
- Durata: 103 minuti
- Produzione: Francia, 2019
- Distribuzione: Satine film
- Data di uscita: 22 ottobre 2020
Distribuita da Satine Film, “Una classe per i ribelli” è una commedia francese di Michel Leclerc incentrata sul divario sociale e sul pregiudizio. Il film tocca importanti e attuali temi quali il multiculturalismo, la laicità e l’importanza della scuola.
Una classe per i ribelli: trama
La pellicola racconta la storia di una coppia di idealisti: Sofia (Leïla Bekhti) e Paul (Eduard Baer).
La donna, di origine magrebina, è un avvocato di successo che, partita dalla periferia di Parigi, ha saputo crescere personalmente e professionalmente senza venir meno ai suoi principi.
L’uomo, invece, è un anarchico batterista punk.
Quando giunge il momento di iscrivere Coretin, loro figlio, alla scuola elementare, i due decidono di trasferirsi nella casa dei sogni di Sofia da bambina, situata negli eterogenei sobborghi parigini.
Il desiderio di un’educazione paritaria e democratica, aperta all’integrazione e non discriminante alcuna diversità, è in perfetto accordo con quell’ambiente periferico, multiculturale e popolare.
I conflitti nascono quando tutti i compagni di Coretin scelgono di abbandonare la scuola pubblica per iscriversi in una scuola privata.
Cosa devono fare i genitori? Forzare il figlio a seguire ciò in cui loro hanno sempre creduto oppure lasciarlo libero di fare ciò che egli stesso crede giusto per lui?
Una classe per i ribelli: il regista
Michel Leclerc, classe 1965, è un regista e sceneggiatore francese.
Nel corso degli anni Novanta, Leclerc ha lavorato come montatore televisivo e cameraman. Ha anche scritto e diretto numerosi cortometraggi. Per diversi anni è stato editorialista in programmi televisivi come “C’est ouvert le samedi” e “Nulle part ailleurs” trasmessi su Canal +, e “Mon Kanar” in onda su France 3.
Leclerc è anche il cantante e autore del gruppo Minaro.
Nel 2011, il regista ha vinto il César Award per la Migliore Sceneggiatura originale per la commedia romantica “Le Nom des gens”.