Il documentario “Cose che accadono sulla terra”, diretto da Michele Cinque e vincitore del Festival dei Popoli 2024, offre uno spaccato toccante della vita di una famiglia di allevatori sullo sfondo dei Monti della Tolfa, a pochi chilometri da Roma. La produzione, frutto dell’impegno di Lazy Film, esplora le sfide ambientali e le scelte coraggiose di Francesca e Giulio, una coppia che ha deciso di adottare pratiche sostenibili nel loro allevamento in un contesto di cambiamento climatico.
La trama di “Cose che accadono sulla terra”
Nel cuore dell’Antiappennino Laziale, a oltre 50 chilometri dal Grande Raccordo Anulare, Francesca e Giulio affrontano una verità inesorabile: la sopravvivenza del loro bestiame e della loro azienda dipende dalla salute del suolo. Dovendo far fronte a un contesto in continua evoluzione, i due allevatori comprendono che il pascolo brado, una tradizione storica, non è più sufficiente. Diventa così fondamentale innovare e scegliere una via differente. La decisione cade sul pascolo rigenerativo, una tecnica che, sebbene rischiosa, si rivela eticamente necessaria per preservare l’ambiente.
La storia ha come filo conduttore la voce di Brianna, la loro bambina di sei anni. La sua narrazione onirica all’inizio del film svela il compito assegnato ai lupi dal “creatore”, riflettendo sulla connessione tra natura e umanità. Il dialogo tra Brianna e sua madre non è solo un modo per avvicinare gli spettatori a tematiche complesse; è anche un’esplorazione delle relazioni famigliari e dell’educazione in un laboratorio di vita immerso nella natura e nelle sue sfide.
Questo documentario non si limita a raccontare una storia personale, ma si inserisce in un contesto più ampio che abilmente mette in discussione la produzione di carne. Infatti, il film pone in risalto diversi valori in gioco, tra cui l’etica dell’allevamento sostenibile e la necessità di un profitto affinché l’impresa possa continuare a esistere. Inoltre, si sofferma sulla vocazione e sull’identità di un territorio minacciato dal riscaldamento globale, cercando un delicato equilibrio tra la vita umana e quella animale.
Una visione intima e poetica della vita rurale
Michele Cinque, regista affermato noto per il documentario “Iuventa”, torna con una proposta visiva e narrativa fortemente legata al territorio e alle dinamiche quotidiane di una famiglia di allevatori. La scelta di girare quasi esclusivamente all’aperto e nei momenti in cui la famiglia svolge le proprie attività lavorative conferisce un’autenticità al racconto. Le luci calde delle albe e dei tramonti donano un’atmosfera incantevole, arricchendo gli scenari mozzafiato che fanno da cornice alla vita dei protagonisti.
Un elemento innovativo è rappresentato dalle immagini notturne catturate da video-trappole posizionate attorno alla casa. Questi scatti ritraggono l’invisibile presenza dei lupi, animali predatori che mettono a rischio le attività agricole. Utilizzando tali riprese, il film riesce ad amplificare la sensazione di precarietà e il complesso dialogo tra uomo e natura, invitando lo spettatore a riflettere sul delicato equilibrio che governa l’allevamento e la biodiversità.
In questo modo, “Cose che accadono sulla terra” si allontana dalla vita frenetica delle città, conducendo i suoi spettatori in un universo dove sudore, fatica e passione si intrecciano nel tentativo di preservare le tradizioni e salvaguardare il pianeta.
Allevamento sostenibile e l’influenza del cambiamento climatico
All’interno del documentario, il tema centrale è la consapevolezza che moderni allevatori come Giulio e Francesca non possono più ignorare l’impatto ambientale delle loro attività. L’obiettivo rimane sempre quello di “vendere la bistecca”, ma la coppia sa bene che per farlo devono considerare aspetti fondamentali quali il benessere degli animali e la salute del suolo, in pericolo di desertificazione. Questo porta Giulio e Francesca a intraprendere un “lancio nel vuoto”.
La transizione dal pascolo brado a quello rigenerativo rappresenta un cambiamento fondamentale per la loro azienda. Questa tecnica, utilizzata in diverse regioni aride del mondo, prevede di spostare le vacche tra appezzamenti diversi, favorendo così la rigenerazione del suolo e il sequestro del carbonio. I benefici ambientali del pascolo rigenerativo sono supportati anche da studi scientifici, che ne evidenziano il potenziale nella lotta contro i cambiamenti climatici e nella riduzione delle emissioni di gas serra legati all’allevamento convenzionale.
Il documentario solleva interrogativi importanti sulla sostenibilità delle pratiche agricole e sull’urgente necessità di modificare i nostri modelli alimentari. Con un panorama mondiale in crescita riguardo al consumo di carne, è chiaro che è fondamentale adottare metodi di produzione più responsabili per il futuro del pianeta. “Cose che accadono sulla terra” è quindi un invito a prendere coscienza dell’importanza di un approccio più sostenibile e consapevole verso l’alimentazione.
Un viaggio cinematografico in tour
La presentazione di “Cose che accadono sulla terra” è in corso in diverse sale cinematografiche italiane e offre un’opportunità unica per il pubblico di conoscere da vicino la vita degli allevatori moderni e le problematiche connesse al cambiamento climatico. La prima mondiale del film si svolgerà il 15 novembre 2024 all’IDFA di Amsterdam nella sezione Luminous, seguita da una serie di proiezioni nei festival e nelle sale di varie città italiane, come Modena, Milano, Grottammare e Latina.
Questa iniziativa cinematografica rappresenta un momento cruciale per diffondere la consapevolezza sulle pratiche agricole sostenibili e il loro impatto sul nostro futuro. “Cose che accadono sulla terra” non si limita a intrattenere, ma stimola una riflessione profonda sulle scelte quotidiane che ciascuno di noi può fare per contribuire a un pianeta più sano e giusto.