La questione della laurea honoris causa per il rapper Marracash ha suscitato un acceso dibattito all’Università di Messina. La proposta, avanzata da un docente, ha messo in luce le tensioni tra l’arte contemporanea e le tradizionali concezioni accademiche. Questo articolo esplora i dettagli della proposta, le reazioni e il contesto culturale che circonda il genere musicale del rap.
La proposta di laurea honoris causa
Il professor Fabio Rossi, docente di Tecniche giornalistiche e social media all’Università di Messina, ha deciso di proporre Marracash, il cui vero nome è Fabio Rizzo, come candidato per ricevere una laurea honoris causa. Rossi ha sottolineato l’importanza di riconoscere il contributo dei rapper liricisti, coloro che si avvicinano al cantautorato e che affrontano tematiche sociali rilevanti attraverso i loro testi. La proposta è stata accolta inizialmente con entusiasmo dal Consiglio del Corso di Studi, che ha approvato l’iniziativa all’unanimità, evidenziando il valore artistico e sociale del lavoro di Marracash.
Il professor Rossi ha sostenuto che l’opera di Marracash rappresenta un’importante voce nel panorama musicale contemporaneo, capace di affrontare questioni di grande rilevanza sociale con linguaggi attuali e accessibili ai giovani. Questo approccio ha portato a una riflessione più ampia sul ruolo della musica e dell’arte nella società moderna, spingendo a considerare le nuove forme di espressione artistica come meritevoli di riconoscimento accademico.
Il rifiuto della laurea honoris causa
Nonostante il consenso iniziale, la situazione ha preso una piega inaspettata quando il Consiglio di Dipartimento ha votato contro la proposta. La votazione ha visto 39 voti favorevoli, 28 contrari e 17 astensioni, un risultato che ha costretto il professor Rossi a ritirare l’iniziativa. Le obiezioni sono state sollevate principalmente da docenti donne, che hanno espresso preoccupazioni riguardo ai contenuti dei testi di Marracash, ritenuti da alcuni potenzialmente sessisti.
Le professoresse hanno manifestato il timore che i testi del rapper possano promuovere una cultura sessista, sottolineando la necessità di una riflessione critica su come il rap rappresenti le donne. Nonostante le rassicurazioni del professor Rossi, che ha definito infondati tali timori, il Consiglio ha deciso di non procedere con il riconoscimento, evidenziando le sfide che il genere musicale deve affrontare per guadagnarsi un posto nel panorama accademico.
Il dibattito sul rap e la sua rappresentazione
Il genere del rap è spesso al centro di controversie legate alla sua rappresentazione della donna. Molti testi, specialmente quelli di artisti più mainstream, possono presentare una visione degradante e oggettificante delle donne. Tuttavia, esistono anche rapper che si distaccano da questa mentalità, utilizzando la loro musica per affrontare questioni sociali e promuovere messaggi positivi.
Un esempio significativo è rappresentato dal rapper Nayt, che nel brano “Di abbattere le mura ” rende omaggio a figure femminili che hanno lottato per la parità, come Liliana Segre e Michela Murgia. Negli Stati Uniti, artisti come Kendrick Lamar utilizzano le loro canzoni per sensibilizzare il pubblico su temi di discriminazione razziale e giustizia sociale. Questi esempi dimostrano che il rap può essere un mezzo potente per affrontare questioni importanti, ma la sua reputazione è spesso offuscata da stereotipi e pregiudizi.
La questione della laurea honoris causa per Marracash ha quindi messo in luce non solo le tensioni tra il mondo accademico e la cultura popolare, ma anche le sfide che il rap deve affrontare per essere riconosciuto come una forma d’arte legittima e rispettabile. La discussione continua, con la speranza che il dialogo tra le diverse forme di espressione artistica possa portare a una maggiore comprensione e accettazione.
CONDIVIDI COI TUOI AMICI!