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Viaggio sola – Recensione

Maria Sole Tognazzi arriva al cinema con una delicata commedia sul destino e la libertà di scelta

Regia: Maria Sole Tognazzi – Cast: Margherita Buy, Stefano Accorsi, Lesley Manville, Alessia Barela, Gianmarco Tognazzi, Fabrizia Sacchi, Aaron Hitz, Henry Arnold, Tommaso Ragno, Fausto Maria Sciarappa – Genere: Commedia, colore, 85 minuti – Produzione: Italia, 2013 – Distribuzione: Rai Cinema – Data di uscita: 24 aprile 2013.

viaggio-sola-la-locandinaProtagonista della nuova commedia di Maria Sole Tognazzi è Irene, di mestiere fa la ‘mistery guest’ ossia è colei che viaggiando tra un paese e l’altro, soggiorna nei più prestigiosi alberghi di lusso, ovviamente in incognito, e ne valuta l’effettiva qualità.

Grazie alla collaborazione con Francesca Marciano e Ivan Cotroneo, Maria Sole Tognazzi riesce nell’impresa di far entrare in un rapporto di empatia il pubblico in sala con i personaggi da loro portati in scena, a partire dalla protagonista stessa. Irene infatti è una donna come tante al giorno d’oggi: ha ormai passato la quarantina, vive sola, senza figli e senza compagno; insomma una donna vera in cui il pubblico potrebbe benissimo riconoscere un’amica, la collega, una sorella.

La strada più facile, che fortunatamente gli sceneggiatori e la regista decidono di non seguire, sarebbe stata quella di fare di questa single una donna un po’ ‘sfigata’ in amore ma in perenne attesa del principe azzurro che la salvi dalla solitudine. Invece no lei il principe azzurro non lo cerca, vive in pace questa condizione di solitudine, certo costellata da momenti di tristezza e malinconia, e va avanti con la sua vita, proprio come fanno tante donne tutti i giorni. Irene, invece di diventare l’ennesima eroina romantica, è il veicolo tramite il quale Maria Sole Tognazzi & soci lanciano al pubblico due importanti quesiti: cos’è la libertà? Ma soprattutto veramente come sosteneva il console Appio Claudio Cieco, nelle “Epistulae ad Cesarem senemdere publica” di Sallustio, “Faber est suae quisque Fortunae”? Oppure è molto più vero che non siamo proprio noi a decidere completamente del nostro destino ma esso è determinato da una serie di eventi che capitano un po’ per caso e che ci portano a condurre un determinato stile di vita più per inerzia che per una vera e propria scelta?

Come tutti, anche Irene ad un certo punto del cammino che compie alla scoperta di sé stessa si trova a porsi dei quesiti, sulla sua vita e sulla condizione di solitudine che a volte diventa un peso insostenibile e che a volte la spaventa.

La conclusione che viene scelta per lei, e tutt’altro che scontata, è quella di farla continuare a condurre la sua vita, senza stravolgimenti e colpi di scena che accadono solo nei film, trasmettendo così il messaggio che la vera ricetta per la felicità non è aspirare per forza a qualcosa che non si ha e che forse in realtà neanche si desidera, ma di imparare a scendere a compromessi e cercare di accettare la vita così come viene con leggerezza, rimanendo sempre fedeli alla propria natura.

A volte è vero anche che la vita gioca dei tiri mancini, ma in alcuni casi siamo noi a dover decidere che piega dargli. Questo è quello che succede nel caso di Andrea, miglior amico di Irene, che si trova ad aspettare un figlio da una donna che a malapena conosce. Anche in questo caso va agli sceneggiatori il plauso di aver evitato il clichè dell’uomo menefreghista che fugge davanti alla responsabilità della paternità, cercando di veicolare attraverso il suo personaggio i sentimenti provati da qualsiasi uomo che sta per diventare padre.

In “Viaggio sola” si parla di libertà, solitudine, ma anche di amore passionale o fraterno, ed è proprio il modo in cui Maria Sole Tognazzi con la sua pennellata lieve ritrae il rapporto tra le sorelle Irene e Silvia, che commuove maggiormente lo spettatore. Chiunque abbia una sorella non potrà che riconoscere un pezzetto della propria vita nelle dinamiche che regolano il loro rapporto in cui una leggera invidia, incomprensioni, litigi, alternati a manifestazioni di grande affetto sono all’ordine del giorno.

Una solida sceneggiatura, che non scivola mai nel banale, un cast di bravi interpreti capeggiato da Margherita Buy, nei panni di Irene, e da Stefano Accorsi in quelli di Andrea, fanno di “ Viaggio sola” una commedia da segnalare per la capacità di far divertire e commuovere chi guarda.

Mirta Barisi

Viaggio sola – Recensione

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