Recensione
Where’s My Roy Cohn? – Recensione: Un documentario sul controverso avvocato americano che collaborò con Joe McCarthy
Roy Cohn è stato considerato l’avvocato americano più temuto della storia. Di origini ebree e gay, rinnegò entrambe le cose in vita. Esordì in politica al fianco di Joe McCarthy come Consigliere Capo della sua Commissione. Insieme iniziarono una caccia alle streghe contro i comunisti e gli omosessuali che coinvolse anche il mondo del cinema.
Fu Cohn a spingere per la condanna a morte dei coniugi Rosenberg, convincendo il giudice che così avrebbe fatto strada. La sua carriera politica fu bruciata quando s’imbarcò in un processo contro l’esercito per impedire che il suo protège G. David Shine fosse arruolato. In seguito, Cohn divenne l’avvocato di tutte le famiglie mafiose newyorkesi. Morì di AIDS nel 1986.
Un documentario di Matt Tyrnauer accolto con successo al Sundance Film Festival
“Where’s My Roy Cohn?” è una domanda di Mr. Trump quando i federali iniziarono a indagare sulle sue presunte interazioni con i russi durante le elezioni presidenziali. Fu proprio lo spietato avvocato Cohn a contribuire al successo del tycoon ai suoi esordi.
Il regista Matt Tyrnauer racconta l’uomo e il professionista in tutte le sue sfumature. Filmati di repertorio dagli anni ’50 a quelli della sua morte lo rappresentano come ciò che era: un ipocrita manipolatore figlio di una madre poco attraente che per trovar marito dovette usare canali politici. C’è tutto il personaggio in questa definizione.
Inutile dire che è impossibile provare empatia per un uomo così che nella sua vita usava le persone come se fossero burattini. Quello che può provocare più interesse nello spettatore è, tuttavia, la società americana in cui lui era perfettamente inserito.
Il documentario di Matt Tyrnauer diventa così un film di denuncia contro un sistema come quella USA privo di qualsiasi scrupolo. Per il resto, relativamente all’aspetto più personale di Roy Cohn, si resta molto in superficie.
La sua omosessualità diventa il nodo focale, ma non bisogna dimenticare che in quegli stessi anni, Rock Hudson star di Hollywood si dovette sposare per nascondere le sue tendenze sessuali.
In sintesi “Where’s My Roy Cohn?” non è un documentario imperdibile, pur avendo il pregio di raccontare un’epoca passata che evidentemente non lo è abbastanza.
Andrea Racca
Trama
- Regia: Matt Tyrnauer
- Cast: Ken Auletta, Roy M. Cohn, Joseph McCarthy, Sam Robertson, Steve Rubell, Anne Roiphe, Roger Stone, Donald J. Trump
- Genere: Documentario, colore
- Durata: 97 minuti
- Produzione: USA, 2019
“Where Is My Roy Cohn?” è un film presentato alla Festa del Cinema di Roma 2019 in Selezione Ufficiale.
La storia di Roy M, Cohn, un palazzinaro corrotto alla Casa Bianca
Il regista Matt Tyrnauer racconta in un documentario la vita di Roy M. Cohn, un uomo che ha attraversato gli ultimi 80 anni della storia americana. Era noto a tutti per la sua spietatezza, ma anche per la sua omosessualità mai ammessa apertamente. Il film realizza un ritratto di un uomo perfettamente inserito in un sistema di corruzione e ipocrisia, la stessa che ha condotto un palazzinaro e tycoon alla Casa Bianca.
Roy morirà di Aids nel 1986 negandolo fino all’ultimo, rinnegato dalla stessa comunità gay cui apparteneva.