Nel contesto di una nazione americana in preda al caos, la nuova miniserie thriller politica Zero Day, disponibile su Netflix e con la partecipazione di Robert De Niro, si presenta come un intenso racconto di vulnerabilità e tensione. La trama si innesca a seguito di un attacco informatico ad opera di un gruppo terroristico, che provoca la temporanea interruzione delle comunicazioni e delle reti elettriche, causando un devastante numero di vittime. L’anonimo autore dell’attacco lascia, però, un avvertimento minaccioso: un episodio simile si ripeterà in un futuro incerto.
Per affrontare questa crisi, il governo degli Stati Uniti decide di richiamare un ex presidente, George Mullen, interpretato da De Niro, per dirigere un’agenzia con poteri quasi illimitati, destinata a scoprire e punire i responsabili dell’attacco. Tuttavia, non tutti a Washington accolgono con favore questa nomina e il suo nuovo potere. L’ex presidente si trova quindi a dover affrontare la burrasca di un’indagine complessa, mentre cresce il malcontento tra la popolazione. In aggiunta, Mullen deve confrontarsi con la propria fragilità mentale, vivendo esperienze uditive e visive che lo isolano ulteriormente dalla realtà.
Simile a Carrie Mathison della serie Homeland, Mullen fa fatica a distinguer le allucinazioni dai fatti tangibili, in un’indagine che si arricchisce di intricati sviluppi. Zero Day, ideata da Eric Newman, Noah Oppenheim e Michael Schmidt e diretta da Lesli Linka Glatter, si confronta con molteplici complicazioni, mettendo a dura prova la narratività della serie. Alcuni aspetti, come i disturbi neurocognitivi del protagonista, sembrano ostacolare la fluidità della trama, rendendo la serie meno sicura di sé di quanto desidererebbe.
Nonostante queste imperfezioni, Zero Day rimane un thriller coinvolgente che si snoda nel corso di sei episodi. De Niro, sebbene compaia solo parzialmente coinvolto, cerca di dare ulteriore spessore al suo personaggio, che rievoca lutti passati. Tuttavia, il suo tentativo di incarnare il simbolo del centrismo americano appare quasi forzato, complicando il quadro del background caratteriale di Mullen, che non riesce mai a eccellere come personaggio complesso.
La serie va oltre il semplice thriller tecnologico, ponendo interrogativi sulla società contemporanea americana. Al suo interno, emergono discussioni critiche sugli estremismi, con Dan Stevens nel ruolo di un personaggio influente e radicale, simile ad Alex Jones. L’invettiva contro i “pronomi” è sferzante, e lo show non chiede mai di rifiutare quella rabbia, lasciando il pubblico nelle sue contraddizioni.
Inoltre, Zero Day si configura come un accorato appello alla salute mentale e al desiderio di una società più coerente, pur ambendo a rispecchiare un passato di stabilità politica. Il personaggio di Mullen potrebbe rappresentare, in modo inaspettato, un riferimento a Joe Biden, il presidente che cerca di risolvere una crisi e ricucire le fratture sociali mentre si affaccia alla fine della sua carriera. La scelta di De Niro in un ruolo simile, però, sembra inadatta, creando una difficoltà nell’identificazione del pubblico con la figura del moderato ideale.
Il vero punto di forza di Zero Day risiede nel suo cast ricco e prestigioso, dove attori come Joan Allen, Lizzie Caplan e Angela Bassett si alternano sullo schermo, rendendo la serie un’esperienza teatrale di alto livello. Le loro performance intensificano le dinamiche della trama, strappando al pubblico battute cariche di tensione about il futuro dell’America.
L’atmosfera di emergenza é palpabile in un’epoca contemporanea carica di ansie sociali. Si avverte una mancanza di incisività nella critica sociale da parte della serie, la quale troppo spesso richiama stereotipi che sembrano risalire alla narrativa di The West Wing. Presenta l’idea di un lettore di sinistra, mentre il mondo esterno resta segnato da nuove sfide e terminologie, facendo un passo indietro anziché affrontare le problematiche attuali. Nonostante questa lacuna, rimane da notare come Zero Day si presenti con l’intenzione di instillare riflessioni incisive tra il pubblico.